Focus
14.06.2021

Le Reti di impresa quale strumento per il rilancio dell’hospitality

Chi si interroga su cosa il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) possa offrire alle piccole e medie imprese italiane deve rivedere i termini della domanda.

Il Piano inquadra il tema delle PMI come parte del problema che affligge la nostra economia più che come possibile soluzione ed evidenzia la necessità di un salto di qualità del sistema nel suo complesso.

Si legge nel Piano quale considerazione generale nelle premesse della sezione dedicata al Turismo – “Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche” come la crisi pandemica abbia reso ancora più urgente la necessità di affrontare una serie di nodi irrisolti del sistema turistico italiano:

  • La frammentazione delle imprese turistiche.
  • La perdita di competitività in qualità degli standard di offerta.
  • L’età delle infrastrutture ricettive.
  • La capacità di innovare.
  • La cura dell’ambiente.
  • La frammentazione delle imprese turistiche.
  • La perdita di competitività in qualità degli standard di offerta.
  • L’età delle infrastrutture ricettive.
  • La capacità di innovare.
  • La cura dell’ambiente.

A questa elencazione se ne potrebbero aggiungere altri, per esempio:il lack di competenze manageriali o la tuttora scarsa digitalizzazione del settore.

Nel tracciare le varie linee di intervento previste e gli strumenti di azione rileviamo con interesse quella legata alla spinta con incentivi alle aggregazioni delle imprese turistiche.

Questa premessa porta ad alcune considerazioni.

Spesso si usano termini come “nanismo”, “parcellizzazione”, appunto “frammentazione” per rappresentare lo scenario delle piccole imprese che operano nel sistema Italia, in genere, e ancora di più nel business turistico.

Ma davvero questo modello è da superare o è superato? E che ruolo ha in uno scenario sempre più complesso l’operatore alberghiero indipendente?

L’esperienza sul campo, sia in ambito di gruppi internazionali di fama mondiale che nelle piccole imprese familiari, ci porta a fare una riflessione più complessa della vicenda in ordine all’offerta turistica italiana e alle sue peculiarità.

PMI: punti di forza

Si deve ritenere, infatti, che queste imprese abbiano tuttora dei rilevanti punti di forza e distintività dell’offerta complessiva del settore ricettivo in quanto, nei casi migliori, rappresentano un vero elemento che caratterizza l’offerta italiana sia in ordine alla cura del cliente, con la ben nota ospitalità tipica dell’italiano, sia in ordine alle caratteristiche “familiari” dell’offerta delle piccole strutture che per la particolarità delle nostre location che vengono vissute come esperienza complessiva dal turista che viene in Italia: storia, cultura, enogastronomia, paesaggio. Insomma, volendo generalizzare, tenendoci lontani da logiche di eccessiva omogeneizzazione.

PMI: punti di debolezza

Tuttavia, non possiamo nascondere i punti di debolezza di queste aziende. Oltre a quelli già visti e citati nel PNRR che riguardano più “aspetti di sistema”, andando fino in fondo nell’analisi di queste aziende si osservano “tematiche di gestione” che risultano essere anacronistiche già nel passato ma ancor di più in uno scenario di transizione e di cambio significativo dei paradigmi consolidati. Ne citiamo alcuni, anche questi tratti dall’esperienza sul campo:

  • Il lack di competenze manageriali necessari alla gestione economica, finanziaria, patrimoniale dell’azienda tale da garantirne solidità e continuità;
  • la mancanza di best practices;
  • la mancanza di pianificazione e controllo della gestione dell’azienda (e, quindi, di vision)
  • la difficoltà ad affrontare piani di comunicazione e di marketing strategico sempre più rilevante per competere sui mercati internazionali
  • la difficoltà nel reperimento delle risorse finanziarie sia per l’adeguamento dell’offerta (prodotto) che in termini di revisione dei processi.

Reti di imprese per il rilancio dell’hospitality: la soluzione HSL

Un modo per affrontare i due poli di questa prospettazione è certamente quello di superare le naturali diffidenze imprenditoriali a cooperare con altri soggetti, potenzialmente concorrenti, e configurare soluzioni di aggregazione e di relazioni di tipo competitivo (cooperare/competere) e lo strumento della Rete di Imprese è, certamente, una delle possibili risposte alle tematiche sopra affrontate cercando un giusto e virtuoso compromesso tra il mantenimento delle caratteristiche peculiari delle piccole imprese: i “punti di forza” citati, ma anche il rispetto del sano spirito imprenditoriale che da sempre caratterizza gli italiani, così come, al tempo stesso, di affrontare le nuove sfide e colmare i gap manageriali e di capacità di competere e affrontare un mercato sempre più (velocemente) mutevole ed instabile con una aggregazione di forze.

HSL ha sviluppato, per superare questi limiti, un business model per un cluster di operatori che sfrutta lo strumento della Rete di Imprese.

La Rete di Imprese, infatti, consente di:

  • preservare l’indipendenza dell’imprenditore ma, al tempo stessa, consente di rappresentare agli stakeholders (p.es: fornitori, finanziatori, enti, clienti, operatori) un insieme di forze imprenditoriali (cd. “retisti”) in modo unitario;
  • sostenere l’introduzione di competenze manageriali, best practices, investimenti in marketing&sales, in figure di revenue manager specializzati e dedicati a livello di Rete che sarebbero difficilmente sostenibili dal singolo imprenditore retista;
  • fare ricorso a sistemi alternativi/innovativi di finanza per il reperimento delle risorse necessarie al rinnovamento dell’offerta e/o dei processi (p.es: spinta alla digitalizzazione, affrontare il tema della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare);
  • ampliare ulteriormente lo spettro di offerta aggregando altri soggetti che partecipano alla filiera produttiva in una logica di condivisione della sfida competitiva e, quindi, in ultima analisi, della vision.

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